lunedì 23 giugno 2014

ECCO PERCHE' NON COMPRARE più GIORNALI Figuriamoci quelli gratuiti come Metro, Leggo, ecc...

La Scuola Italiana di Giornalismo non prevede la morte di un portatore di verità se non in rari casi, come per Mauro de Mauro o Ilaria Alpi. Eccezioni che confermano la regola del giornalista servo. Servo per vocazione e, soprattutto, per stipendio. Nel 2009 sono stati uccisi nel mondo 33 giornalisti e 171 sono finiti in galera insieme a 91 blogger. Il giornalismo nostrano pagato dallo Stato con i contributi pubblici non corre questi rischi. E' come se la Politkovskaja fosse stata retribuita da Putin per scrivere sulla Pravda. I dati dei finanziamenti all'editoria per il 2007 e pagati nel 2008 spiegano meglio di qualunque discorso il posizionamento al 49simo posto della libertà di informazione dell'Italia nel 2009 (35sima nel 2007) secondo Reporters Sans Frontières.



Alcuni dati: Libero (diventato una Onlus per i contributi) 7.794.367 euro, Il Riformista 2.530.638, Il Foglio 3.745.345, La Padania (serva di Roma Iddio la creò) 4.028.363, L'Unità 6.377.209, Europa (organo del rutellone) 3.599.203, Il Secolo d'Italia 2.959.948, Il Campanile (organo del mastellone) 1.150.919, Avvenire 6.174.758 (ma non gli basta l'otto per mille?), Il Denaro (il nostro?) 2.459.799. L'Avanti (i socialisti sono sempre presenti) 2.530.638. Non mancano neppure le elemosine folcloristiche elargite con le nostre tasse come: Il Granchio 88.444 euro, Motocross 506.660, Chitarre 273.126, Car Audio e FM 290.400, Italia Ornitologica 40.000 e il misterioso Adista 117.000 (*).

Mancano i soldi per la Scuola, per la Polizia, per le case antisismiche, per il sussidio di disoccupazione ai padri di famiglia disoccupati. Non mancano mai per i giornalisti di regime. Il Dipartimento per l'informazione e per l'editoria è presieduto da Paolo Bonaiuti del PDL. Senza la cortina fumogena dell'informazione a tassametro il regime Pdl-pdmenoelle non durerebbe un giorno, Senza lo Stato la maggior parte dei giornali fallirebbe. Lo stipendio a Belpietro, Ferrara, Polito, Boriani lo decide lo psiconano e lo paghiamo noi. Gli editori sono i camerieri dei politici, i giornalisti scrivono il menu su ordinazione. I contributi pubblici all'editoria e gli sgravi fiscali di cui godono i grandi gruppi editoriali vanno aboliti. Se lettore compra, giornalista vive. Altrimenti faccia un altro mestiere.

(*) Il Fatto Quotidiano che ha dichiarato di non voler fruire di contributi pubblici rappresenta una controprova. Travaglio, Lillo, Gomez non avrebbero mai potuto diventare editorialisti o direttori del Corriere della Sera o della Repubblica. Hanno dovuto farsi un loro giornale per scrivere.

NOSTRO COMMENTO: Ha ragione Grillo. Se i dati pubblicati sono veri, quello che dice è veramente uno scandalo. I Ns soldi servono a sovvenzionare i giornali! Non è tanto la sovvenzione dei giornali che fa incazzare - al limite potrebbe essere data come contributo "una tantum " per i giornali in difficoltà - quanto gli importi che sono stratosferici ed elargiti con continuità. Inoltre il giornalismo attuale – come potete apprendere dal secondo video, è soprattutto “gossip” e “politica” a favore dei padroni del giornale. E’ questo sistema che non va. Il “Fatto Quotidiano” ha dichiarato di non voler fruire di contributi pubblici, questo si che è un esempio da imitare!

ci prendiamo per il culo da soli...
Prendiamo giornali con l'intenzione di difenderci informandoci ma facciamo ciò che serve per farcelo spingere sempre di più nel culo...

Il finanziamento dell’editoria
“Report” ha svelato una realtà nascosta che i cittadini IGNORANO O QUASI: il finanziamento dell’editoria (sia dei quotidiani che dei periodici) attraverso soldi pubblici. Il sistema è semplice: basta creare una cooperativa di giornalisti oppure basta far risultare di essere organo di una forza politica, e il gioco è fatto: denaro (seicento e + milioni di euro all’anno!) entrano nelle casse di giornali e giornaletti, finanziati dalle tasse della gente: alla faccia del libero mercato!
Se non è spreco questo...
...grazie alle modifiche apportate dalla Finanziaria 2006 alle leggi 416 del 5 agosto 1981 (che disciplina le imprese editrici di quotidiani e periodici e ha istituito il contributo statale per i giornali di partito per salvarli dal fallimento); alla 67 del 25 febbraio 1987 (a favore dei giornali organi di movimenti politici che vantino almeno due deputati eletti in parlamento); alla 250 del 1990 (che regola la spartizione del finanziamento pubblico da parte dello Stato alla stampa e l'editoria dei partiti) e alla legge 388 del 2000 a favore di "quotidiani, già organi di movimenti politici, editi da cooperative costituite entro il 30 novembre 2001", tutte le imprese radiotelevisive, editrici di libri, periodici e le testate giornalistiche registrate come organo di partito edite da cooperative o appoggiate da due parlamentari o da un eurodeputato, si sparticono 667 milioni di euro
Questa la ripartizione: la prima, poco meno di 28 milioni di euro è riservata ai giornali ufficialmente registrati come organi di movimento politico; la seconda, 31,4 milioni, agli ex organi di movimenti politici editi da cooperative costituite entro il 30 novembre 2001; la terza di quasi 89,5 milioni di euro va ai quotidiani e periodici editi da cooperative di giornalisti o da società la cui maggioranza del capitale sociale è detenuta da cooperative nonché quotidiani italiani editi e diffusi all'estero e giornali in lingua di confine; il resto, circa 12 milioni di euro vanno ai giornali politici e delle minoranze linguistiche; alle testate edite da cooperative editoriali; alle testate per i non vedenti; alla stampa italiana all'estero: giornali italiani pubblicati e diffusi all'estero; pubblicazioni edite in Italia e diffuse prevalentemente all'estero; e ai quotidiani teletrasmessi all'estero.
A ciò si aggiungono: i contributi per il credito d'imposta per l'anno fiscale 2004 pari al 10% della spesa complessiva per l'acquisto della carta; contributi per l'anno 2004 per le compensazioni a Poste Italiane Spa per le tariffe speciali applicate alle spedizioni editoriali; i finanziamenti concessi alle imprese editoriali (ex legge 62/2001) per il credito agevolato e per il credito d'imposta in relazione agli investimenti fissi di ristrutturazione e ammodernamento della capacità produttiva (in corso di elaborazione); i fondi per la riqualificazione e la mobilità dei giornalisti; i contributi alle imprese radiofoniche "libere" e a quelle ufficialmente registrate come organi di movimento politici erogati ai sensi dell'art. 4 della legge n. 250/1990; i rimborsi alle imprese radiofoniche a carattere locale per le spese per abbonamento alle agenzie di informazione ai sensi dell'art. 7 della legge n. 250/1990; i rimborsi delle spese per abbonamento ai servizi delle agenzie di informazione erogati ai sensi dell'art. 8 della legge n. 250/1990 e i rimborsi alle televisioni locali delle spese per l'abbonamento ai servizi forniti dalle agenzie di informazione erogati ai sensi dell'articolo 7 della legge n.422 del 1993.
Insomma, ce n'è per tutti, ivi compresi i quotidiani di più larga diffusione nazionale a cominciare da "La Repubblica", "Corriere della Sera", "Il Sole-24 ore" "La Stampa" e "Messaggero" a cui lo Stato rimborsa una parte dei costi per l'acquisto della carta, le spese per le spedizioni e gli abbonamenti alle agenzie di stampa, fino alle testate dei maggiori partiti politici. E tutti, dai radicali (che per i servizi di "Radio radicale" intascano oltre 4.132 mila euro all'anno) alla Fiamma tricolore, da "Liberazione" all'organo del PdCI "La Rinascita", da "La Padania" fino agli ultraliberisti de "Il Foglio" di Giuliano Ferrara e "Libero" di Vittorio Feltri che quotidianamente si scagliano contro lo "Stato assistenzialista" ed esaltano la "libera impresa", hanno loro bella fetta di finanziamento pubblico. Basti pensare che "Il Foglio" ad esempio per ottenere i suoi 3,5 milioni di euro all'anno di contributi pubblici è stato il primo a usare il "trucco" dei due parlamentari diventando il giornale della misconosciuta Convenzione per la giustizia (due parlamentari, il minimo chiesto dalla legge), mentre "Libero" addirittura è diventato l'organo del Movimento monarchico nazionale e grazie a ciò incassa oltre 5,3 milioni di euro all'anno. Con questo "trucco" come lo ha definito Giuliano Ferrara, anche "Il Borghese", di cui Feltri è stato direttore, e "Il Riformista" finanziato dall'ex braccio destro di D'Alema, Claudio Velardi, e diretto dal rinnegato del PCI Paolo Franchi (ora senatore della Margherita) che si è agganciato alla rivista di Macaluso "Le ragioni del socialismo" hanno "diritto" al loro bel contributo che ammonta rispettivamente a 2,5 e 2,179 milioni di euro a testa all'anno.
La cosa scandalosa riguarda i criteri in base ai quali questa mega torta viene spartita. La legge prevede infatti che il contributo statale venga erogato in proporzione ai costi e alla tiratura del giornale. Dunque più copie stampi più aumenta il contributo. C'è un solo limite: bisogna che la testata venda almeno il 25% della tiratura. Ma questo non è un problema perché molte testate vendono sottocosto, regalano o addirittura scaricano alle fermate degli autobus e delle metropolitane decine di migliaia di copie che fanno figurare come vendute.
ECCO QUALCHE NUMERO
l'Unità con 6,817 milioni di euro all'anno,
"Avvenire", andranno 5,590,
Libero 5,371,
Italia Oggi 5,061,
Il Manifesto 4,441,
La Padania 4,028,
Liberazione 3,718,
Il Foglio 3,511,
Il Secolo 3,098,
Europa 3,138;
seguono: La Discussione, Linea Giornale del Movimento Sociale Fiamma Tricolore, L'Avanti!, Roma, Il Borghese e il berlusconiano Il Giornale tutti a quota 2,582;
poi c'è il Sole che Ride 1,020,
il quotidiano della Volkspartei (oltre un milione),
la Rinascita della sinistra (quasi un milione)
fino al defunto Liberal che ciononostante continua ad incassare 563 mila euro all'anno.
con questi contributi campan giornali che non hanno senso, i politici si fanno gli affari loro finanziando i loro organi di stampa..CHE DIRE?
tanto per dirne una in questo modo i giornali non si sbattono per raccogliere la pubblicità e lascian in pace le televisioni
http://www.groane.it/groanew/index.php?pagina=area&sez=7&articolo=575

http://www.youtube.com/watch?v=ovqD-uAbwdo&feature=player_embedded


P.s.: Tutti questi giornaletti son sempre di proprietà del Corriere o Repubblica ecc...


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